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Simone Parizzi

Intervista a Livio Scaramella, il sindaco più giovane d'Italia

Livio Aurelio Scaramella, ha deciso di tentare l’avventura politica per la carica di primo cittadino a Samolaco, piccolo comune in Valchiavenna in provincia di Sondrio. La sfida era ardua, dati i suoi 22 anni di età e, in caso di esito contrario, il comune sarebbe finito sotto commissariamento. Fortunatamente è riuscito ad ottenere il 60% dei voti dei suoi concittadini ed è diventato il sindaco più giovane d’Italia. Andiamo ora a sentire cosa ci ha potuto raccontare.


Come mai hai deciso di candidarti?


<<Ho deciso di candidarmi perché non ero disposto ad accettare che Samolaco si rassegnasse ad un commissariamento. Siamo una realtà imprescindibile in Valchiavenna, e venire commissariati sarebbe stato un terribile smacco per mio comune e per tutta la Valle.>>


Ha ancora senso candidarsi per amministrare Comuni che si stanno spopolando?


<<Assolutamente. Proprio la gravità del fenomeno dello spopolamento dovrebbe spingerci a

candidarci nei piccoli comuni.>>


Che cosa pensi del problema dello spopolamento e come credi che si possa invertire la

rotta?


<<A mio avviso il tema è quello dell’isolamento cui sono soggette molte realtà rurali e montane.

Chiaramente questo problema necessita di soluzioni ad ampio respiro che vadano oltre il singolo

comune. Tuttavia credo che la presenza di amministratori giovani possa darci una marcia in più per ravvivare le nostre comunità. Proprio perché siamo giovani abbiamo voglia di uscire di casa e vivere la nostra vita a pieno, e da questo desiderio può nascere l’impulso giusto per mettersi all’opera e creare luoghi e occasioni di aggregazione.>>


Come si dovrebbero comportare in questo senso i grandi centri urbani?


<<Mi permetto di dire che la tendenza oggi è quella di spostare il grosso dei servizi nei grandi

centri urbani. Vi è in questa convinzione un certo fatalismo giustificabile solo in parte. Vivendo

vicino ad una realtà come quella della Svizzera, mi rendo conto di come non stia scritto da nessuna parte che le piccole comunità rurali debbano cedere il passo alle metropoli. È certo però che ci vuole una chiara realtà politica che miri a preservare le campagne.>>


Sei il sindaco più giovane d’Italia. Come ti senti a pensarti in questo modo?


<<Mi permetto di dire che, qualora confermato, sarebbe significativo per il nostro Comune. Il fatto

di aver conferito ad un’amministrazione formata da giovani un mandato così forte grazie ad un’affluenza alle urne che ha superato il 60%, malgrado fossimo l’unica lista, rende l’immagine di

una comunità audace e propositiva. Samolaco oggi può quindi essere d’esempio per altri comuni.>>


Quali sono state le perplessità maggiori che ti sono state avanzate?


<<Purtroppo la vulgata vuole che nei piccoli comuni si debba entrare solo per curare i propri

interessi, altrimenti ci si espone a rischi per nulla. Quando ho deciso di candidarmi solo sulla base

della mia passione per la politica sono stato visto da alcuni come un giovane fin troppo illuso,

critica che, in ogni caso, è stata smentita dalla massiccia affluenza alle urne registrata nel

comune.>>


Giovani e spopolamento: non pensi che noi giovani che cerchiamo di invertire la rotta

siamo una netta minoranza e che la maggior parte di noi senta il richiamo della metropoli? E quale sarebbe secondo te il richiamo più attraente?


<<La mia convinzione è che i giovani non desiderino stare nella metropoli, ma che si siano

semplicemente rassegnati a questa situazione. Chiaramente la carenza di servizi nelle realtà

periferiche, causata dal ridimensionamento delle province, ha indotto molti a spostarsi in realtà più grandi. Eppure, durante la Pandemia, ho visto molti giovani tornare ai propri paesi volentieri, data la possibilità di seguire i corsi universitari da remoto. Ho visto poi parecchi coetanei mandare la Messa a Disposizione per insegnare alle scuole elementari del loro territorio.

Cito questi fatti solamente a titolo d’esempio e potrei continuare; quello che ne ricavo è la presenza di un’istanza molto diffusa per poter studiare, lavorare e costruirsi un futuro senza dover rinunciare alle proprie radici.>>

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