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Filippo Raglio

#GIUSTIZIAGIUSTA: Intervista a Paolo Arrigoni

Abbiamo intervistato Paolo Arrigoni, senatore della Lega e responsabile della campagna referendaria per la regione Lombardia.


Il primo sprint ha totalizzato 100 mila firme, di cui 25 mila a livello regionale. Da coordinatore della campagna referendaria in Lombardia le fa piacere?

Sono molto soddisfatto delle firme raccolte nel primo weekend della campagna referendaria. La macchina organizzativa della Lega Lombarda ha dimostrato di essere ancora una volta all’altezza del compito che le è stato assegnato. Inoltre, non posso che sottolineare la grande risposta avuta dai nostri splendidi militanti, dai consiglieri comunali e dai sindaci; grazie alla loro disponibilità abbiamo allestito quasi 500 gazebo in molte piazze lombarde e nei mercati.

Si tratta di una battaglia di libertà, giustizia e civiltà a cui la Lega ha risposto presente. Come dice il nostro segretario Matteo Salvini: le firme degli italiani, raccolte paese per paese, città per città, saranno quei mattoncini democratici e rivoluzionari che porteranno ad una riforma storica.



Ciò significa che al tempo della politica su Facebook la struttura territoriale dei partiti è ancora importante.

I social sono importanti per veicolare le iniziative, ma quello che più conta, e che anzi è assolutamente indispensabile, sono le attività capillari sul territorio: distribuire i moduli, farli vidimare, consegnarli in ogni comune lombardo, passare ore al banchetto, sotto il gazebo, a raccogliere firme, idee, opinioni di tantissimi cittadini entusiasti che si avvicinano e che dimostrano di condividere questa campagna referendaria per una giustizia giusta. Questo è il modo in cui la Lega, da sempre, fa politica.


Per quale ragione la Lega ha scelto la via referendaria anziché quella parlamentare?

Perché è da 30 anni che la politica, in Parlamento e fuori, parla di voler riformare la Giustizia ma senza esserci mai riuscita. La Giustizia da troppi anni è un malato cronico: parte dei magistrati – non tutti fortunatamente - fanno politica, la condizionano e usano i tribunali per colpire gli avversari politici.

Chiediamo agli italiani di firmare nelle piazze e nei comuni non contro la Magistratura, ma per aiutarla a guarire dal male di cui soffre. Le lotte tra correnti interne alla magistratura, la lentezza scandalosa dei processi penali e civili, i tanti errori giudiziari, e in ultimo lo scandalo Palamara, hanno reso non più differibile la necessità di metterci mano e dunque Salvini, con la Lega, e il Partito Radicale hanno avviato questa campagna referendaria che, lo sottolineo, non va contro l’attività del Governo Draghi, che convintamente sosteniamo, ma anzi rappresenta uno stimolo in più alla riforma della Giustizia che sta portando avanti il Ministro Cartabia.



Come pensa che la riforma possa colpire il sistema delle correnti e dei favori?

Lo potrà fare grazie al primo quesito referendario, quello che riguarda la riforma del CSM e che va proprio nella direzione di contrastare lo strapotere delle correnti.

Con il Sì al referendum qualunque magistrato indipendente, senza necessariamente aderire o essere sostenuto da una corrente e dunque scendere a patti con essa, potrà candidarsi ed essere eletto al Consiglio Superiore della Magistratura, che ricordo essere l’organo di autogoverno dei magistrati, peraltro decisivo per stabilirne la carriera. Con il avremo certamente al CSM i magistrati migliori e di conseguenza una magistratura giusta.



Secondo lei una giustizia giusta, lontana dagli abusi, è anche una giustizia che ispira fiducia nel cittadino?

In tutte le parti restanti della pubblica amministrazione chi sbaglia risponde dei propri errori, perché nella magistratura non accade?

Oggi più che mai nel nostro Paese occorre far recuperare ai cittadini la fiducia nelle Istituzioni, che purtroppo è ai minimi termini. Tra le istituzioni che più devono recuperare credibilità e reputazione vi è proprio la Magistratura.

Con il degli italiani ai 6 quesiti del referendum avremo processi più veloci e trasparenti, più stato di diritto, certezza della pena e l’affermazione del concetto che “Chi sbaglia paga”. Sono convinto che in questo modo riusciremo a dare una forte iniezione di fiducia nei cittadini.


Lei è stato sindaco, quindi conosce bene i rischi del mestiere; rischi che tra l’altro proprio in questo periodo sono tornati al centro del dibattito politico. Il referendum come può intervenire a riguardo?

I sindaci, che hanno enormi responsabilità, non solo hanno compensi ridicoli ma tutele risibili. Sono troppi i casi di mala giustizia che hanno rovinato la vita privata e pubblica di sindaci e amministratori locali, che solo a distanza di lunghi anni sono stati ritenuti non colpevoli e scagionati dalle accuse. Proprio per questo con il sesto quesito chiediamo l’abrogazione del “Decreto Severino”. Questo provvedimento, varato dal governo Monti, è un’aberrazione visto che determina la sospensione automatica dei primi cittadini, creando vuoti di potere presso i comuni, per condanne solo di primo grado, molte delle quali nel corso del processo vengono ribaltate.


Se dovesse scegliere un quesito che più le sta a cuore, quale indicherebbe?

Proprio quello sulla legge Severino visto che da ex Sindaco conosco le difficoltà e i rischi che si corrono nello svolgimento di questa funzione. Tutti però sono importanti, non dimentichiamo ad esempio la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente: basta porte girevoli che compromettono la terzietà.



Secondo alcuni la Lega non può dirsi garantista e poi invocare certezza della pena e inasprimenti vari: lei cosa risponde?

Che questa battaglia politica della Lega non è assolutamente in contraddizione con i principi e i valori che contraddistinguono da sempre il nostro movimento. Tutt’altro, occorrono più tutele per i cittadini e avere consapevolezza che, fatti salvi reati gravi per i quali condividiamo la custodia cautelare, vi è la presunzione di innocenza fino alla conclusione dell’iter processuale. Riteniamo invece fondamentale la certezza della pena e all’esito del processo è giusto e doveroso che chi ha sbagliato ed è stato ritenuto colpevole debba pagare e scontare fino all’ultimo giorno di carcere.


PER UNA #GIUSTIZIAGIUSTA, FIRMA ANCHE TU AI GAZEBO DELLA LEGA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE!

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