Moltissimi dei fenomeni sociali che hanno attraversato la Penisola dalla fine dell’ultima guerra non sono altro che la riproposizione in salsa italiana di quanto accaduto tempo prima, talvolta mesi e in altri casi anche pochi giorni, all’interno della società statunitense.
A questa realtà, inevitabile nella fase avanzata, sebbene declinante, della globalizzazione, si è recentemente aggiunto un episodio che, a chi è mediamente informato riguardo all’attualità d’oltreoceano, non suonerebbe particolarmente strano ove riferito a uno degli atenei della cosiddetta Ivy League, il gruppo delle più blasonate università statunitensi. Invece quanto segue è accaduto nell’italianissima, per modo di dire, Università commerciale Luigi Bocconi di Milano, quella che taluni indicano come fucina della classe dirigente italiana, teoria che spiegherebbe molto riguardo al non ottimale status quo della Penisola.
Entrando nel merito, l’ateneo avrebbe provveduto, in seguito alla richiesta di uno studente (anzi, un* student*, evitiamo denunce), a installare dei bagni per genere neutro, anche detti bagni arcobaleno. Insomma, il vespasiano privato di questo fortunato universitario in via di transizione avrebbe sollevato la perplessità di altri studenti, che avrebbero scherzato riguardo al manufatto, tirando in ballo anche gli utilissimi corsi di sensibilizzazione offerti dal medesimo ateneo, che avrebbero il nobile fine di trascinare fuori dall’età della pietra questi ragazzi, rei probabilmente di essere stati un po’ troppo attenti alle lezioni di biologia delle scuole superiori. Gli incriminati sarebbero dunque stati sospesi per un sei mesi, punizione quanto mai fuori scala per un “reato” d’opinione in un paese che si ostina a perdonare perfino chi ai professori mette le mani addosso.
D’altronde le policy dell’honor code, che gli atenei meno awanagana chiamano norme del codice di comportamento, sarebbero molto dure con chi lede l’onorabilità dell’Istituzione universitaria, la quale però chiude entrambi gli occhi quando diverse proprie studentesse, senza nasconderlo, vendono su di un ormai notissimo sito internet a ciò dedicato, filmini della propria intimità.Evidentemente accostare la Bocconi ad assonanti prestazioni sessuali di origine transalpina non viene ritenuto lesivo di alcuna onorabilità, contenti loro.
Certo, dopo quel disastro nazionale che fu il governo Monti, che ha avuto anche delle evidenti ricadute sulla credibilità dello stesso Ateneo, viene da chiedersi quale punizione l’Università milanese avrebbe dovuto comminare al Prof. Utilizzando l’odierno metro di misura, probabilmente l’ergastolo.
Tornando al cuore della questione, storie di ordinaria follia come quella accaduta alla Bocconi sono ormai una realtà consolidata nella guerra culturale che sta attraversando di questi tempi gli atenei statunitensi, nei quali infuria la battaglia ideologica, in questo momento incentrata sulla questione israelopalestinese. Se il cuore intellettuale dell’occidente rifiuta il libero confronto, tribalizzandosi in comunità chiuse, tendenza in antitesi tra l’altro con il verbo di chi predica l’abolizione dei confini, come potranno le nazioni occidentali esprimere delle classi dirigenti all’altezza di porsi alla guida delle macchine pubbliche e private più potenti al mondo? Una classe intellettuale che cresce disabituandosi al confronto, ma anzi abituandosi alla repressione di questo, è la perfetta ricetta per creare e acuire i conflitti del futuro, siano essi tra imprenditore e dipendente, nella società, oppure tra nazioni, sullo scacchiere globale.
Proprio per provare a dare una risposta a questa domanda, magari retorica ma non banale, la Lega Giovani Lombardia ha organizzato l’evento “Politicamente corretto: bavaglio o rispetto?” che si terrà sabato 24 febbraio, alla presenza di persone abituate al confronto serrato in televisione e radio, ovvero Claudia Fusani e Giuseppe Cruciani, il quale ha tra l’altro ricevuto, alla Zanzara, più di una telefonata di bocconiani che non si accodano alle scelte poco costruttive del loro Ateneo. Sarà dunque una rara e speciale occasione di confronto, con dei veri e propri pesi massimi, per tutti coloro che non si piegano alla religione del “non offendere”.
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