Proposte e soluzioni Tavolo Ambiente Lega Giovani Lombardia
Noi giovani della Lega Lombardia da diverso tempo siamo profondamente convinti che le città abbiano bisogno di un ripensamento dalle fondamenta e sia necessario un radicale rinnovo per consentire alle persone uno stile di vita più salubre tramite attraverso un contatto diretto e in armonia con la natura. L’emergenza Covid ha dimostrando una volta di più che le città così come sono state costruite e concepite fino ad oggi sono un modello non più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e umano. Infatti oggi la stragrande maggioranza delle città sono il luogo del cemento e dello smog che vede omologazione degli edifici e degli stili di vita in ogni parte del mondo. A questo si aggiungono periferie e hinterland che troppo spesso sono dei “non luoghi”, abbandonati a loro stessi con ecomostri e degrado, sia materiale che umano.
Noi riteniamo dunque fondamentale un ripensamento e uno sviluppo in chiave ecologica delle città, inteso come “ambiente” di vita di molte persone, dove ripristinare la biodiversità locale distrutta nel tempo e nel massimo rispetto delle tradizioni e stili architettonici locali. Vogliamo naturalmente partire e concentrarci sulle città della nostra regione che oltre a Milano, metropoli tra le più dinamiche e attrattive d’Europa, presenta diversi centri urbani ricchi di storia e bellezze che tuttavia presentano criticità; le quali se ben affrontate possono dare ai propri cittadini grandi benefici, non solo sotto l’aspetto di salute e qualità della vita ma anche di sviluppo economico e di immagine.
Il concetto di eco-città che intendiamo proporre si basa su interventi di inverdimento delle città attraverso l’utilizzo di vegetazione autoctona del territorio. Essa, abbinata agli edifici storici e di nuova costruzione, comunque legati e rispettosi degli stili architettonici storici e locali, può imprimere una propria identità architettonica e paesaggistica che contraddistingue le nostre città dal resto mondo. Dunque gli aspetti ambientali si legano a quelli identitari per sfuggire, tramite il mix composto da difesa degli stili architettonici locali e della reintroduzione di vegetazione autoctona, dal trend pluridecennale di progressiva omologazione delle città. In questo contesto vogliamo anche introdurre e promuovere, sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni, il concetto di bio-edilizia legata a materiali di costruzione naturali, rinnovabili, salubri e provenienti da realtà locali.
L’obiettivo finale è avere delle eco-città verdi più belle artisticamente e paesaggisticamente che permettano un netto miglioramento della qualità della vita e maggiori opportunità di sviluppo economico-sociale attraverso alcune idee qui sotto sviluppate ed elencate.
Inverdimento e biodiversità in città
L’obiettivo di queste iniziative è quello di avere una maggiore presenza di vegetazione in città per una migliore qualità dell’aria con riduzione gas serra e polveri sottili, riduzione delle isole di calore per temperature più miti nei mesi estivi e migliore permeabilità del suolo per una migliore resistenza agli eventi atmosferici come temporali e bombe d’acqua e riduzione dell’inquinamento acustico.
Prevedere maggiori aree pubbliche verdi, inverdimento delle piazze, strade e arterie principali e secondarie con maggiori aiuole fiorite, piante e alberi autoctoni, utili per la ripopolazione di specie volatili non più presenti in contesti urbani, e con piante da fiore, ideali per l’impollinazione e per gli insetti, da inserire nei piani a più ampio raggio dei “corridoi regionali degli impollinatori”. [1] [vedere proposte tutela biodiversità];
Modifica dei Piani di Governo del Territorio (PGT) e Piani Paesaggistici al fine prevedere e favorire l’inverdimento degli edifici esistenti e di nuova realizzazione attraverso tetti o terrazze verdi, pareti vegetali dove piantare vegetazione autoctona utile anche per attirare e ospitare animali e insetti per un rispristino della biodiversità animale e vegetale anche nelle aree urbani. Una soluzione alternativa è il ricorso a piante rampicanti sulle facciate, come storicamente avvenuto in Lombardia con l’edera anche per alcuni edifici iconici [2];
Predisposizione di aree pubbliche per orti da affidare alle scuole agrarie per laboratori a cielo aperto, a piccole realtà economiche locali (fruttivendoli o ristoratori) o associazioni locali per progetti sociali;
Ripensare le pensile delle fermate dei mezzi pubblici come “mini oasi della biodiversità”, costruite con materiali naturali e sostenibili, con tetti fioriti, pannelli solari che assieme alla raccolta di acqua piovana possono alimentare un sistema di raffrescamento naturale autosufficiente [3];
Potenziamento del personale tecnico e manutentore del verde cittadino per garantire una constante e adeguata supervisione e gestione ordinaria e straordinaria del verde cittadino;
Incentivi e sussidi per associazioni e iniziative per progetti di apicoltura urbana.
Bio-ediliza
Riteniamo che un elemento imprescindibile per lo sviluppo delle eco-città sia quello del ricorso alla bio-edilizia, ovvero a costruzioni a basso impatto, più “naturali” ed ecologiche. Inoltre essa permette all’uomo un maggiore e migliore rapporto con la natura con notevoli ricadute positive dal punto di vista ambientale, della salute e dell’umore.
La bio-edilizia si basa sull’impiego di materiali naturali, rinnovabili, salubri e provenienti dai territori e aree rurali di prossimità. Questa tecnica costruttiva, diffusa in prevalenza in Europa del Nord, riprende antiche saperi e abilità e li integra con nuove conoscenze ingegneristiche e tecniche. Oltre a casi di case e villette anche già presenti nei nostri territori, vi sono anche casi ed esempi di palazzi, quartier generali di multinazionali e addirittura infrastrutture viabilistiche che ricorrono alla bio-edilizia e all’utilizzo di materiali naturali come il legno.
Il ricorso alla bio-edilizia, oltre a portare dei vantaggi ambientali dati dai minori consumi energetici e materiali più sostenibili, potrebbe essere un volano per le aree rurali e montane che vedono un costante spopolamento con abbandono e incuria delle foreste. Per poter ricorrere alla bio-edilizia locale è dunque fondamentale compiere sforzi per la promozione della filiera attraverso incentivi per aziende boschive e agricole e corsi di formazione per professionisti e aziende edili. Questo darebbe nuove possibilità di sviluppo economico e di riscoperta di antichi saperi da sviluppare in chiave moderna, non solo per le aree rurali e montane ma anche per l’occupazione di noi giovani.
Incentivi e sgravi per nuovi edifici e fabbricati che ricorrono a materiali e tecniche costruttive della bio-edilizia;
Corsi di formazione per imprese e lavoratori autonomi del settore edile con esperti e tecnici in collaborazione con le associazioni di categoria;
Sostegno attraverso incentivi, sgravi, corsi di formazione alle imprese e ai professionisti attive nella filiera della bio-edilizia;
Introduzione e incentivi per rifacimento delle facciate degli edifici già esistenti con vernici a basso impatto e “mangia smog”;
Laddove non è possibile utilizzare tecniche costruttive che ricorrono alla bio-edilizia, utilizzo a materiali di recupero e rigenerati da altri cantieri o demolizioni.
Infrastrutture e opere pubbliche
Ricorso alla bio-edilizia per le costruzioni di nuovi edifici pubblici come scuole, palestre, ospedali e uffici;
Riqualificazione aree pubbliche dismesse e decadenti, spesso in uso per attività illegali o abusive, con costruzione di nuovi edifici per attività a valenza sociale o abbattimento per creazione di nuovi spazi verdi da restituire alla comunità;
Sostituzione di aree parcheggio pubbliche con soluzioni sotterranee per lasciare spazio ad aree verdi aperte e fruibili ai cittadini e associazioni sportive;
Centralizzazione degli impianti di riscaldamento attraverso il teleriscaldamento sia per edifici pubblici che privati per ottenere minori emissioni e polveri sottili, minori costi e sprechi e più sicurezza;
Interventi di recupero della permeabilità del suolo al fine di un migliore contenimento dei picchi di piena degli eventi alluvionali. Possibili interventi sono: un maggiore utilizzo della terra armata al posto del cemento, parcheggi con utilizzo di masselli porosi con fughe inerbite o grigliati inerbiti, creazione trincee filtranti e altre;
Raccolta e utilizzo dell’acqua piovana per la manutenzione delle aree verdi pubbliche;
Dove possibile, prediligere l’uso delle terre armate o pareti vegetali ai muri di cemento.
Mobilità
Creazione rete di piste ciclabili in tutto il territorio lombardo che uniscano le città e le aree rurali attraverso le “autostrade ciclabili”. Queste le vediamo come un’opportunità per unire le città e i suoi hinterland con una nuova e diversa opzione di mobilità, ma soprattutto come possibilità per dare sviluppo ad un turismo da weekend o gite fuori porta alla ri-scoperta delle bellezze naturali e artistiche che offre la nostra regione a soli due passi fuori delle città.
Queste piste ciclabili a differenza di quanto avvenuto fino ad oggi nelle città dovranno essere adeguatamente larghe, avere un manto regolare, senza incroci con strade per veicoli e continue, senza ripetuti spezzettamenti. [per Milano unione di centro città con parco nord e parco sud con ciclabili attraverso una “tangenziale ciclabile”]
Creazione, presso i parcheggi di interscambio nelle periferie e nelle stazioni ferroviarie, di isole di mobilità condivisa, fornite di aree di parcheggio e ricarica dedicate a auto elettriche, bici e monopattini e delle compagnie (sia pubbliche che private) della sharing mobility;
Sviluppo di sistema di semafori intelligenti per rendere più fluido il traffico cittadino e ridurre le emissioni inquinanti attraverso utilizzo di software di intelligenza artificiale da sviluppare in collaborazione con il Politecnico di Milano [4];
Impiego dell’idrogeno per la locomozione i mezzi pubblici di superficie su gomma, riprendendo quanto già fatto in via sperimentale a Bolzano.
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