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Andrea Pellegrini

7 motivi per dire sì al nucleare

La massima «è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio» pronunciata da Albert Einstein cristallizza perfettamente la tragicomica situazione.


L’energia nucleare ha sempre suscitato paure e sospetti nella popolazione, sia perché è difficile comprenderne le nozioni tecnico-scientifiche di base, sia perché è da sempre vittima di una campagna denigratoria da parte della sinistra ambientalista.

Da sempre vengono elencati svariati motivi per cui l’Italia e l’Europa dovrebbero abbandonare definitivamente tale fonte energetica, imbracciando invece la politica del “100% rinnovabili”. Bene, oggi la musica cambia e vi spiegheremo perché si dovrebbe dire Sì.


1. L’efficienza nominale di un singolo reattore a fissione nucleare è nettamente superiore a quella delle fonti fossili (max 60%) e rinnovabili (18-20% per un pannello fotovoltaico, 30-45% per una pala eolica), e questo permette di ridurre al minimo la superficie occupata dall’impianto. Per fare un esempio, servono 250-400 pale eoliche oppure 8-40 chilometri quadri di pannelli fotovoltaici, oltre alla realizzazione di accumulatori, per replicare la potenza nominale di un singolo reattore.


2. A differenza delle fonti fossili, non emette CO2 durante la produzione di energia (dalle torri di raffreddamento esce solo vapore acqueo), e le emissioni nell’intero ciclo di vita sono minime, paragonabili a quelle delle fonti rinnovabili. Stando alle rilevazioni più aggiornate dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) delle Nazioni Unite, l’intensità di carbonio per kWh di energia prodotto ammonta a 12 g di CO2eq/kWh.


3. Un incidente per un reattore moderno è quasi impossibile (0,0001% di probabilità) e non si può trasformare in una bomba atomica, perché all’interno avvengono reazioni nucleari controllate e auto-alimentate. Inoltre, è bene precisare un dato quasi sempre nascosto: l’energia nucleare è la fonte che ha causato meno morti in assoluto a parità di terawattora prodotto, nonostante i (solo) due noti incidenti di Chernobyl (1986) e Fukushima (2011). Anzi, secondo uno studio del 2013 ha permesso di evitare milioni di morti premature da inquinamento per l’emissione di gas climalteranti in atmosfera.


4. L’indipendenza da petrolio e gas naturale garantirebbe una maggiore libertà energetica a un Paese, di fatto mandando a zero la possibilità di subire gli effetti negativi del mercato delle fonti fossili. Ci sarebbe maggiore stabilità politica perché non subiremo le conseguenze delle guerre e delle crisi di cui i Paesi produttori sono tristemente soggetti. Inoltre, di materiale fissile tra uranio, estratto in miniera o dall’acqua marina, e torio ce n’è in abbondanza per almeno 25mila anni.


5. Le scorie prodotte sono poche, solide e si gestiscono in maniera efficiente e controllata, a differenza degli scarti di lavorazione dell’industria dei combustibili fossili, ma è possibile anche ri-processarle per estrarre nuovo materiale da adoperare in altre applicazioni energetiche. In Italia non è ancora presente un deposito idoneo a causa della malsana mentalità NIMBY, ovvero “Not In My Back Yard”, l’opposizione da parte di membri di una comunità locale contro la realizzazione di opere pubbliche con impatto rilevante, ma che non si opporrebbero alla realizzazione delle suddette in un altro luogo per loro meno importante. Chi oggi si oppone per ideologia o qualunquismo e pressapochismo al Deposito Nazionale, abbia il coraggio di spiegare alla popolazione (quella che tanto vuole proteggere) perché l’attuale precaria sistemazione delle scorie radioattive (di fatto “illegale”) sia migliore di quella prospettata e la salute meglio salvaguardata.


6. L’Italia ha rinunciato al suo programma nucleare a seguito dei referendum abrogativi del 1987 e 2011. A differenza di quanto narrato dagli “ambientalisti radical chic”, l’energia nucleare non è illegale, anzi basterebbe una semplice legge ordinaria per tornare a finanziarla (come già accade per le fonti rinnovabili). Si considerano tali consultazioni intoccabili perché “espressione della volontà popolare”, ma nulla vieta alla popolazione d’informarsi correttamente e di cambiare idea. L’ordinamento di uno Stato non è qualcosa di scritto sulla pietra ma è oltremodo importante non adoperare preconcetti per legiferare, sennò non ci sarebbe progresso.


7. L’Italia è senza dubbio una zona sismica. Molti adoperano questa evidente caratteristica del suolo nazionale come un motivo per rifiutare le centrali nucleari. Eppure un sisma in grado di danneggiare un reattore dovrebbe essere così potente da spazzare via ogni forma di vita umana nella regione e oltre. L’impianto di Fukushima-Daiichi è stato colpito da uno tsunami provocato da un terremoto di magnitudo 9, resistendo egregiamente all’impatto grazie agli avanzati criteri di progettazione antisismica, mentre tutto ciò che è successo in seguito è dovuto a una concatenazione di eventi nati dall’interruzione delle linee elettriche. Paradossalmente, in caso di un forte terremoto in Italia è più probabile che l’unica struttura a rimanere in piedi sia proprio l’edificio che ospita il reattore, mentre intorno assisteremo alla devastazione già vista per L’Aquila o le zone dell’Umbria e Lazio.

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